Ho partecipato con convinzione alla giornata conclusiva dell’Abruzzo Pride, che si è svolta all’Aquila il 26 giugno scorso. La mia presenza, da segretario del Partito Democratico regionale, è stata in realtà solo il sigillo di una collaborazione e di un sostegno che il partito abruzzese ha voluto manifestare in più occasioni. L’edizione 2021 dell’Abruzzo Pride – organizzata dalle associazioni Arcigay di Chieti, Marsica LGBT, Presenza Femminista, Arcigay Massimo Consoli L’Aquila, MAZÌ Arcigay Pescara, Jonathan Pescara, La Formica Viola, Arcigay Teramo – è stata particolarmente ricca e riuscita, costituita da più eventi che hanno toccato tutte le quattro province. Il successo dell’iniziativa, di questa e di altre che si sono svolte nel resto d’Italia, è particolarmente positivo, visto che accade nel momento in cui il confronto politico sul disegno di legge Zan è particolarmente acceso, alla luce anche dell’intervento della Chiesa, che ha messo in campo il livello diplomatico, e dell’esplosione di indignazione per la legge ungherese contro gli omosessuali.
Ho già avuto modo di scrivere e intervenire sul ddl Zan, sostenendone i contenuti rispetto agli obiettivi che si prefigge. E’ evidente che il dibattito che si è sviluppato attorno ad esso, che ha registrato un ulteriore salto di qualità (il presidente del Consiglio ha risposto in Parlamento alla Chiesa) ne travalica la portata normativa, assumendo un valore e significato più complessivo: difendere l’importanza della legge Zan oggi vuol dire anche schierarsi a favore di un avanzamento sulla strada dei diritti per la comunità LGBT+. Il punto e la questione, secondo me, è che questo significato “esteso” è ancora, mi si perdoni il gioco di parole, più esteso di quanto non appaia. La spiegazione come spesso accade sta nell’evoluzione del movimento che è riuscito nella sua elaborazione ad anticipare quella che auspico sia una presa di coscienza più generale. Le battaglie per i diritti, e naturalmente i diritti stessi, della comunità LGBT+ incrociano quelli delle donne, delle persone con disabilità, dei discriminati. Questa lotta si sovrappone a quella contro il razzismo, per il lavoro e per l’ambiente, solo per citarne alcune. Ecco perché è importante che il Partito Democratico stia da questa parte dello schieramento, e nel nostro territorio lo abbiamo voluto convintamente aderente agli eventi del Pride; si ribadisce, è evidente, l’unica visione del mondo che dobbiamo abbracciare, quella da cui veniamo. Stare dalla parte di chi non ha voce. Oggi c’è bisogno di libertà, non di essere discriminati, per questo si tratta di una battaglia che riguarda il significato stesso della parola democrazia. Per la legge Zan, certo, ma che oggi chiama in causa, simboleggia, evoca la necessità di altri passi sul percorso del progresso.
Michele Fina
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