Nell’82esimo incontro della rubrica di Michele Fina “Dialoghi, la domenica con un libro” è stato presentato il libro “In fondo al desiderio. Dieci storie di Procreazione assistita” (Fandango). Assieme all’autrice, la scrittrice ed esperta di politiche di genere Maddalena Vianello, è intervenuta Cecilia D’Elia, Portavoce della Conferenza nazionale delle Democratiche.

Fina ha definito il libro “un’importante raccolta di racconti, fa luce su un tema che tende a essere messo in ombra, quando non si riscontra una certa resistenza. Il rapporto con la scienza in particolare in relazione ai diritti delle donne è uno dei crinali più importanti dei conflitti del nostro tempo, in Italia e in generale in Occidente”.

Anche per D’Elia si tratta di “un lavoro importante, uno strumento unico che fa luce su un argomento di cui si parla poco perché ne parlano poco le protagoniste. Maddalena parla di questa esperienza a partire dalla sua storia e interrogando quella di altre. Si parla a partire da sé e andando oltre sé. In primo piano c’è l’esperienza di dieci donne, tra cui lei, con la procreazione medicalmente assistita, la loro difficoltà a dirlo e con il desiderio di diventare madri. Maddalena usa molto grazia, si tratta di racconti, una donna che accoglie il dolore di altre donne: in scena c’è quindi una relazione tra donne. Emergono la questione normativa ma anche come è cambiato il rapporto con la maternità e il desiderio di esplorarsi”. La Portavoce della Conferenza nazionale delle Democratiche ha rilevato che “nell’ambito del femminismo i conti con l’esperienza della procreazione medicalmente assistita non sono stati fatti fino in fondo. In questo libro l’operazione del partire del sé funziona perché trascende la singola esperienza. Vengono messi in gioco orizzonti nuovi, che abbiamo bisogno di elaborare, e viene affrontato il tema dei limiti”. Per D’Elia “il tema è se le scelte del sistema sanitario accompagnano questi desideri o li stigmatizzano. Siamo un Paese in cui la maggioranza delle persone ritiene che quello che una donna debba fare è essere una brava madre e una brava moglie, quando la pancia del Paese dice questo il racconto è difficile: va portata avanti una rivoluzione culturale, spero che i nuovi fondi servano anche per migliorare la sanità pubblica in questo senso, anche per renderla più accogliente. Nella campagna elettorale in parte questi temi sono stati affrontati anche grazie alla generale affermazione delle donne candidate”.

Vianello ha spiegato che “questo libro nasce dal mio silenzio, quando mi sono trovata per la prima volta davanti alla sentenza severa che raccontava di una mia sterilità molto avanzata e prospettava come unica possibilità per andare incontro al mio desiderio di maternità quella della procreazione assistita. Quando lentamente ho sciolto il mio silenzio ho fatto una scoperta che mi ha sorpreso: si trattava di un silenzio collettivo che riguardava molte donne. Mi si sono aperti molti interrogativi e ho sentito che avevo bisogno di prendere parola e che non avrei potuto farlo da sola. Le storie del libro sono diverse tra loro perché sono diverse le donne che le dicono e in modo diverso affrontano il loro desiderio di maternità, il rapporto con le nuove tecnologie, il senso del limite”. L’autrice ha tratto considerazioni generali: “Tra i limiti della legge 40, nonostante i cambiamenti apportati dalla Corte costituzionale, c’è il fatto che non consente l’accesso a donne singole e a donne lesbiche all’interno di una relazione affettiva con un’altra donna. E’ chiaro poi che si affaccia la questione del denaro, spesso le coppie sono costrette a rivolgersi al sistema privato o andare all’estero. In questo Paese c’è quindi una sfida da intraprendere, che riguarda anche l’innalzamento del tasso di natalità”.

La registrazione del dialogo è disponibile qui.