Fina l’ha presentato come un “libro scritto durante la pandemia che ne parla e fa lo sforzo di andare indietro nel tempo e raccogliere le voci di poeti e storici su alcuni fatti. L’obiettivo è capire le implicazioni generali e il quadro teorico in cui gli eventi pandemici si iscrivevano. Le epidemie sono nella storia altrettanto frequenti e letali delle guerre, e hanno un rapporto con queste. La pandemia ha generato una risposta dell’Europa, e anche l’esigenza di rimettere la salute al centro. Oggi siamo a un bivio, perché c’è il rischio che questa decada per una nuova corsa agli armamenti”.
Per Grimaldi “nel libro sono messi in evidenza argomenti importanti, il rapporto tra la politica e le epidemie, come si intrecciano con le guerre. I greci sono sempre spunto di riflessioni importanti e oggi quella da fare è che questi autori sono di un’attualità estrema, è evidente il riferimento e l’analogia con situazioni tragiche che osserviamo in Ucraina, o la stretta connessione con la crisi economica. E’ a rischio oggi con la guerra il Welfare State, già provato dalla pandemia, per via delle maggiori spese che ci saranno per le armi, per l’aumento dei costi dell’energia. Le prime vittime saranno i diritti, ne risentirà anche quello alla salute”.
Dalla centesima puntata la rubrica si presenta in veste rinnovata, avvalendosi della collaborazione di Michele Fina con l’attore Lino Guanciale, con Giovanna Di Lello (direttrice del John Fante Festival “Il dio di mio padre”) e con Massimo Nunzi (compositore e direttore d’orchestra, trombettista e divulgatore).
La registrazione del dialogo è disponibile qui.
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