“Desta impressione apprendere dai dati del sindacato Fabi che oltre la metà dei Comuni abruzzesi, per la precisione 173, sono privi sul proprio territorio di sportelli bancari. Si tratta complessivamente di 160mila cittadini della nostra regione, il 12 per cento, che per accedere a operazioni in presenza attraverso le filiali, da una banale consulenza fino in molti casi a un prelievo anche modesto di denaro, devono recarsi in un comune diverso da quello di residenza”: lo dichiara Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese e candidato al Senato.

Fina prosegue: “Di quella che in Italia è stata una vera e propria desertificazione delle banche (in meno di dieci anni le filiali sul territorio si sono ridotte di un terzo, ne sono state chiuse oltre undicimila), l’Abruzzo è tra le regioni più colpite. Ne sono vittime prima di tutto le aree interne, dove il mercato è più limitato, ma in cui i cittadini sono i più penalizzati. Vale anche per altri presidi, penso alle edicole: il punto è che l’assenza di sportelli bancari causa spesso l’allontanamento dei cittadini e delle imprese dal circuito legale della finanza e del credito, e proprio dove è minore la confidenza con gli strumenti digitali viene a mancare anche il sostegno degli operatori. Si rischia di aprire il fianco alle truffe, quando non alla criminalità organizzata. Ne ho discusso ieri a Crognaleto con il sindaco Orlando Persia; nel caso specifico mi impegno già da oggi a interloquire con Poste Italiane per l’installazione a Crognaleto almeno di uno sportello ATM, ma in generale il tema è sensibile e devono occuparsene prioritariamente i rappresentanti del territorio. Da parte mia ce n’è piena consapevolezza. Va pensata a una politica, in cui Poste Italiane non potrà che avere un ruolo centrale, per porre un argine alla fuga dalle banche dalle aree interne, a cominciare da quelle abruzzesi”.