Fina ha ricordato che Guccione “è stato un consigliere regionale per diversi anni, ed è un dirigente politico nazionale. In questo libro c’è il tema delicato della salute in una delle regioni più esposte, la Calabria. Il tema è centrale anche nella discussione di questi giorni e lo sarà ancora di più in futuro. Viene ricostruita una storia di problemi affrontati e denunciati dall’autore. Nel dibattito parlamentare di questi giorni sono state al centro il giudizio sulla gestione della pandemia e la questione meridionale”.
Per Guccione “il tema della sanità è centrale di per sé, dopo la pandemia poi è diventato il problema dei problemi. Avere una buona sanità ha anche un’importanza economica. Ho cercato di ricostruire una vicenda emblematica, è un caso nazionale: in Calabria dopo 12 ininterrotti di commissariamento, di gestione di 45 miliardi di euro, la sanità non è migliorata, anzi è peggiorata dal punto di vista dei bilanci e delle prestazioni. Si tratta di un vulnus democratico perché il problema non è stato risolto ma è stato aggravato e i cittadini per 12 anni si sono visti negati il diritto alla salute. La vicenda calabrese non è casuale ma di interessi che vogliono tenere la Calabria in questa situazione. L’ordine delle responsabilità c’è e sta nel fatto che ad esempio che ci sono stati commissari che non sapevano nemmeno che non fosse stato fatto il piano anti Covid, alcuni di essi non sapevano nemmeno cosa dovessero fare”. Massimo Scura, già sindaco di Alfedena, è stato citato come esempio positivo.
L’autore ha detto: “Il mio giudizio sul commissariamento riguarda l’incapacità dello Stato a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato ogni volta, che si riflette anche in termini di aspettativa di vita notevolmente più bassa rispetto ad altre regioni. E’ un problema delle diseguaglianze, di non lasciare i territori privi di una sanità efficiente. Per questo per me lo Stato è in debito con la Calabria, dovrebbe garantire attraverso le norme la fuoriuscita dal piano di rientro e farsi carico del debito, altrimenti il problema non si risolverà, assieme a quello grave dell’emigrazione passiva che di fatto permette che una parte consistente del Mezzogiorno sostenga la sanità del Nord, con un costo sociale enorme che mette in discussione il concetto di sanità pubblica e universale. Poi c’è da dire che il PNRR è la più grande riforma sanitaria degli ultimi anni, visto che toglie gli ospedali dal centro del sistema ma c’è il rischio che in Calabria fallisca. Le risorse ci sono, solo in Calabria per la sanità ci sono due miliardi non spesi. Serve una classe dirigente che realizzi i progetti finanziati e solo poi reclami a Roma. Poi ci vorrebbe più capacità di fare squadra, come si vede al Nord”.
Secondo Guccione poi “il dibattito sulla fiducia in Parlamento in materia di sanità ha fatto registrare un evidente passo indietro, c’è un’impostazione che prevede una presenza forte della sanità privata dopo che negli ultimi anni c’era stato un aumento di investimenti per quella pubblica. Nello specifico del Mezzogiorno, vedo il pericolo dell’autonomia differenziata che nell’approccio portato avanti finora rischia di drenare risorse dal Sud al Nord, in particolare sulla sanità. Sull’autonomia differenziata ci sarà la cartina da tornasole dell’Italia dei prossimi anni e del possibile ruolo del Mezzogiorno”.
La registrazione del dialogo è disponibile qui.
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