“Quali sono le iniziative indifferibili e urgenti che il Ministero vuole attivare al fine di porre rimedio alla situazione sia in materia di sovraffollamento dell’istituto, sia in materia di assistenza sanitaria dei detenuti che ne necessitano, sia in materia di rafforzamento del personale in servizio”: è la richiesta contenuta nell’interrogazione sul carcere San Donato di Pescara al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, depositata dal senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese.
Si prende le mosse nelle premesse dal suicidio di un detenuto il 30 maggio scorso (preceduta da un analogo tentativo solo pochi giorni prima), a cui ha fatto seguito una protesta rientrata grazie all’intervento della Polizia penitenziaria. Nel documento si ricordano le difficoltà di cui soffre il carcere di Pescara: “La popolazione penitenziaria conta circa 350 detenuti, ben oltre la capienza ordinaria che dovrebbe attestarsi su un massimo di 270 presenze; l’organico della Polizia penitenziaria conta 113 agenti in servizio facendo registrare una carenza di circa 50 unità di personale”. Si ricorda inoltre che “le rappresentanze sindacali hanno più volte denunciato la situazione di grave carenza di organico nonché le condizioni molto difficili in cui versa l’istituto, anche a causa di un’alta incidenza di detenuti con disagi e problematiche psichiatriche” e che “più volte le istituzioni locali e nazionali sono state interessate della problematica”.
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