“Bisognerebbe chiedersi con quale statura morale lo Stato potrà ergersi a tutela della dignità dei lavoratori, contro le aziende che licenziano con un messaggio via WhatsApp, quando a 169mila famiglie è stata notificata la sospensione del reddito di cittadinanza con un messaggio SMS”: lo dichiara il senatore Michele Fina, tesoriere nazionale del Partito Democratico.
Fina prosegue: “Stiamo parlando di quasi 400mila persone, tra cui molti minori che versano in stato di povertà. Si fa davvero fatica a comprendere questo accanimento contro chi non ce la fa. Una persona su quattro in Italia è a rischio di povertà o di esclusione sociale, con una forte concentrazione al Sud certo, ma con sacche importanti anche al Nord, Piemonte e Lombardia su tutte. Peggio di noi in Europa solo Lituania, Lettonia, Grecia, Romania e Bulgaria. E pensare che per i 33 centesimi al giorno a persona della carta alimentare invece il governo ha mobilitato la macchina di propaganda con un lancio in grande stile e l’invio di lettere a casa di tutti i beneficiari per posta. Quello che colpisce maggiormente è l’atteggiamento di totale disinteresse e quasi di fastidio verso i più bisognosi, la cui condizione spesso è frutto di un contesto sociale che prescinde dalla persona. Lo Stato dovrebbe aiutare i più deboli a uscire dalla loro condizione di marginalità, garantire loro servizi, sanità, istruzione, opportunità di lavoro. Invece l’ascensore sociale si è fermato e il governo non contento sta anche scacciando via in malo modo chi non è riuscito a salire, in attesa che qualcuno gli tenda una mano”.
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