“L’ultimo azzardo di re Netanyahu. La democrazia in pericolo” (Edizioni ETS) è stato presentato nel 171esimo incontro della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro”. Michele Fina si è confrontato con due degli autori, Enrico Catassi (esperto di Medio Oriente e di cooperazione decentrata allo sviluppo) e Umberto De Giovannangeli (esperto di Medio Oriente e Islam). Il terzo è Alfredo De Girolamo.

Fina ha detto: “Con questo libro, circa sessanta pagine molto dense, gli autori tornano dopo dieci anni a riflettere di Israele. Siamo in una fase che mette in questione tutti gli schemi politici che si erano consolidati in questo Paese. Netanyahu riesce a interpretare una forma di trumpismo israeliano che senza dubbio ha qualche carattere nuovo, da non bollare come semplice nostalgia. Nel libro c’è un’analisi articolata di una situazione complessa. Osserviamo una torsione della democrazia, di cui Israele è uno degli scenari. Una delle caratteristiche è il negazionismo: questo pare costringere le forze alternative o a seguire lo stesso metodo, altrettanto estremo, o a perdersi. Ma deve esserci un’altra strada. Spero che quello che accade in Israele torni a essere una delle principali preoccupazioni della politica italiana”.

Catassi ha spiegato che “in Israele osserviamo uno sbilanciamento a destra sia dal punto di vista politico che culturale. Netanyahu ha una maggioranza larga e potrebbe esserlo ancora di più se parti del Likud gli chiedessero di rientrare. Nel corso degli ultimi trent’anni una delle figure centrali è stata la sua e ha conosciuto una metamorfosi. L’ultimo Netanyahu si è circondato di una corte di razzisti, il cambiamento del Paese è legato anche al suo. Il 26 per cento degli israeliani pensa ad emigrare, siamo di fronte a una diaspora al contrario. Netanyahu invece di portare ordine ha portato disordine nella società israeliana. E’ assente per di più un’idea di riformare la sinistra o il centrosinistra, non si sta muovendo nulla. Si vede che si sta costruendo un centro, ma spostato a destra”.

De Giovannangeli ha sottolineato: “Questo libro è un atto d’amore, di veri amici d’Israele, di quelli che dicono se occorre, come in questo caso, che si sta sbagliando e imboccando una via d’uscita che porta a una tragedia, a tradire il sogno del sionismo. Raccontiamo di Israele ma anche di dove sta andando il mondo, Italia compresa. La destra ha vinto la battaglia per l’egemonia culturale, quella che si è affermata in Israele è tutto fuorché post – ideologica. Vale anche per il nostro Paese. La forza del libro è legata alla polifonia, diamo voce a figure forti del mondo israeliano che danno corpo alla drammaticità del momento. In questo libro c’è il mondo, il caos portato avanti dai movimenti sovranisti. La forza di questa destra identitaria è la sua forza divisiva, non di certo la capacità di farsi carico dell’interesse nazionale. L’idea di democrazia che porta avanti è pericolosa, è una forma di autoritarismo strisciante. C’è un tema irrisolto che è quello della rappresentanza, la società civile porta in piazza da mesi 100mila persone, equivalgono in proporzione a cinque o sei milioni in Italia. E’ proprio dalla società civile che si deve ripartire. E’ grave tuttavia la rimozione della questione palestinese, anche in questo fronte: si difende lo stato democratico, ma questo può esistere in un regime di occupazione?”.

La registrazione del dialogo è disponibile qui.