“L’alluvione in Toscana di questi giorni ancora una volta ha mostrato la violenza dei fenomeni atmosferici estremi e tutti i limiti della gestione corrente in Italia dei corsi d’acqua”: lo afferma il senatore del Partito Democratico Michele Fina, componente della Commissione Ambiente e della Commissione d’inchiesta sulle EcoMafie, oltre che promotore dell’Intergruppo sui Cambiamenti Climatici.
Prosegue: “È sempre purtroppo più chiaro che non si possono imputare alla mancanza di ‘pulizia’ degli alvei, alla mancanza di argini e di casse di espansione, alla mancanza di manutenzione i disastri che si verificano, come l’ultimo. Con fenomeni estremi di questo tipo, piogge come quelle che si sono verificate e che si verificheranno con sempre maggiore probabilità, il problema è da affrontare in maniera più ampia. Cittadini, amministratori e politici devono capacitarsi una volta per tutte che la messa in sicurezza del nostro fragile territorio è una parte, fondamentale e complessa, del percorso da seguire. La manutenzione e la protezione sono fondamentali ma poi bisogna lavorare di prevenzione, fermare il consumo di suolo e, soprattutto, mitigare il cambiamento climatico invertendo il modello di sviluppo”.
Fina ricorda che “in questi giorni il Trilogo europeo sta discutendo la Nature Restoration Law, la proposta europea che abbiamo presentato in Senato con l’on. Cesar Luena nel corso di una riunione dell’Intergruppo per il contrasto al cambiamento climatico. Il governo italiano, sbagliando, si è finora opposto a questa legge, invece questa è la strada da percorrere: fermare il consumo di suolo, adottare misure basate sulla natura che riducano gli effetti dell’impermeabilizzazione, dare più spazio e riqualificare in senso ecologico e idromorfologico i corsi d’acqua per aumentarne la capacità di laminazione e renderli più resilienti e soprattutto aumentare la consapevolezza e la preparazione dei cittadini, in modo tale che siano capaci di far fronte agli allagamenti senza subire perdite umane e danni così onerosi”.
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