“Il provvedimento è insufficiente, servirebbero circa nove miliardi”: lo ha detto il senatore Michele Fina, tesoriere nazionale del Partito Democratico, intervenendo in Aula nel dibattito sulla conversione in legge del decreto alluvioni.
Fina ha proseguito: “Inoltre il decreto denuncia anche il ritardo con il quale alcune decisioni cruciali sono state assunte nei mesi che abbiamo alle spalle, come la nomina del Commissario, il Generale Figliuolo, verso cui nutriamo massima stima. Ma la scelta è stata assunta a prescindere, o forse persino a dispetto, del territorio e del Presidente della Regione, peraltro con il carattere della transitorietà prevedendo un incarico a tempo, per un solo anno, con limitati strumenti e limitate risorse di cui potrà disporre”.
Il senatore ha elencato le proposte del Pd respinte dalla maggioranza, tra cui: “La sospensione dei pagamenti delle imposte sui redditi, l’integrazione dell’elenco dei comuni colpiti dai danni, la dilazione per sanzioni amministrative pecuniarie e oneri fiscali, il rinnovo del bonus 110, del Fondo per gli affitti, del sostegno ai lavoratori precari e stagionali del comparto agricolo, domestico e sportivo, delle misure a contrasto dello spopolamento delle aree interne. Tutte norme che oggi sarebbero state il segno tangibile della presenza dello Stato per tante famiglie e comunità”.
Per Fina “servirebbe ben altro. Una legge che introduca nell’ordinamento un codice della ricostruzione, che assicuri omogeneità di trattamento e stabilità delle procedure. E poi un progetto chiaro del Governo su decarbonizzazione e politiche di prevenzione e mitigazione dei cambiamenti climatici. Invece appare in tutta la sua gravità l’assenza di una strategia del Governo su questi temi e una timida rincorsa ai problemi con decisioni confuse e frettolose”.
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