Nell’interrogazione si chiede ad Urso “quali iniziative intenda adottare affinché sia garantita la competitività, la produzione e il mantenimento dei livelli occupazionali nello stabilimento ex Sevel di Atessa, di fondamentale importanza per il territorio della regione Abruzzo, e se, a tal fine, non ritenga indispensabile richiedere alla Stellantis delucidazioni in merito al Piano industriale, agli investimenti e alle produzioni che intende porre in essere con riferimento a tale stabilimento”.
Poi se “intenda istituire, presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, un tavolo di confronto permanente, con il coinvolgimento di Stellantis, delle rappresentanze sindacali, delle imprese dell’indotto e delle istituzioni locali, che affronti e risolva le problematiche dello stabilimento ex Sevel e delle imprese dell’indotto presenti nel territorio”.
Infine se il ministro “attraverso la Regione Abruzzo, intenda attivare percorsi di ammodernamento delle imprese dell’indotto legate al settore dell’automotive con l’obiettivo di valorizzare le professionalità acquisite, favorire la riconversione delle produzioni verso la transizione ecologica e una maggiore apertura al mercato delle forniture in luogo della mono-committenza”.
L’interrogazione prende le mosse nelle premesse tra le altre cose dalla constatazione della centralità dello stabilimento e dell’automotive nel sistema produttivo nazionale e regionale e dai motivi di preoccupazione più volte manifestate dalle lavoratrici, dai lavoratori e dai sindacati, tra cui la mancata conferma lo scorso anno di circa mille lavoratori somministrati e le offerte di incentivo all’esodo ricevute da alcuni dipendenti; la produzione degli stessi veicoli realizzati nello stabilimento ex Sevel avviata nell’ex stabilimento Opel di Gliwice in Polonia, altamente automatizzato; il rallentamento della produzione causato dalla crisi della fornitura di semiconduttori, rallentamento che si profila confermato anche per l’anno in corso; l’ipotesi avanzata che Stellantis per far fronte a questa situazione produttiva stia pensando di internalizzare alcune attività spostando il problema occupazionale verso le imprese dell’indotto, che risultano essere una realtà di fondamentale importanza per il territorio della Val di Sangro.
Scrivi un commento