“La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme” (Mondadori) è il titolo del libro della deputata Elly Schlein che Michele Fina ha presentato con l’autrice nel corso del 137esimo incontro della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro”.

“Quando l’ho visto – ha detto Fina – sono stato rincuorato, perché tengo a questa battaglia da quando abbiamo fondato l’associazione TES cinque anni fa con l’idea che le tematiche sociali e ambientali sono due facce della stessa medaglia: nella transizione ecologica nessuno deve rimanere indietro. In Italia sul versante politico facciamo fatica a riconoscerla come la più grande sfida del nostro tempo, anche se è cresciuta enormemente la sensibilità tra le persone e la consapevolezza che la tutela dell’ambiente sia tutela della specie umana. In politica si tende a ripetere una discussione stanca e superata, ovvero il conflitto tra ambiente e lavoro, che è la ragione per cui la transizione ecologica deve essere equa”.

Anche per Schlein nel nostro Paese “è mancato un salto culturale: giustizia climatica e sociale sono inscindibili perché chi sta pagando di più il prezzo dell’emergenza ambientale sono i più deboli. I Paesi più poveri sono i più esposti al riscaldamento globale pur essendo i meno colpevoli, ovvero quelli che meno hanno contribuito a determinarlo. Anche in Italia gli effetti sono concreti, sulle persone e l’economia, ed è inspiegabile la ragione per cui il dibattito politico non dia a questo tema la necessaria rilevanza. C’è da chiedersi come mai su una questione come la pandemia ci siamo affidati alla scienza mentre non sta accadendo lo stesso sul cambiamento climatico e i suoi effetti sociali. La sfida è non separare più questi piani, si riscontra del resto che su questa esigenza esiste una nuova consapevolezza che attraversa la società. Occorrono politiche per realizzare maggiore giustizia sociale e allo stesso tempo contribuire ad abbassare le emissioni nette: nel libro ho messo in luce esperienze che ho incontrato in Italia e in Europa. Un grande investimento di efficientamento energetico delle case popolari è un esempio in questo senso, così come le comunità energetiche. E’ importante l’intersezionalità, la racconto nel libro, perché è evidente che i livelli di discriminazione interagiscono e allora occorre unire le lotte, come quelle per la transizione e per creare lavoro di qualità. Fondamentali i percorsi di partecipazione, per fare diventare gli interventi patrimonio comune”.

Considerazioni da Schlein anche sull’argomento all’ordine del giorno, il confronto sull’emigrazione e lo scontro tra Italia e Francia: “Nelle battaglie all’Europarlamento abbiamo affermato il principio che chi entra in Italia entra in Europa, ma non ho mai visto la Lega sedersi a quel tavolo. Non è accaduto per incapacità ma per non scontentare alleati come Orban sulla necessità della redistribuzione. Il problema infatti non è stabilire dove si sbarca, ma attivare un minuto dopo un meccanismo di redistribuzione dei migranti che il Parlamento europeo aveva già approvato ma che è stato affossato in Consiglio dall’incapacità dei governi di mettersi d’accordo”.

La registrazione del dialogo è disponibile qui.