Fina l’ha definito un “lavoro che sistematizza tutto ciò che è successo intorno al capolavoro di Melville, che gode come i veri classici di una fortuna inesaurita. Sembra oggi che abbia una nuova vita”.
Di Lello ha presentato Mariani come “uno dei più grandi studiosi di letteratura anglo – americana. Il suo saggio fa il punto della critica da quando è uscito il romanzo nel 1851 fino ai giorni nostri e dà delle indicazioni interpretative di un’opera complessa, una delle più importanti della storia letteraria mondiale, un pilastro di quella statunitense. Moby – Dick si presta a numerose interpretazioni, è un romanzo allegorico. Nel saggio di Mariani ci sono suggestioni molto importanti”.
Di Lello ha interloquito con l’autore attraverso una serie di domande di approfondimento, tra cui quelle sulla presenza dell’elemento femminile nel romanzo di Melville, e sulla visione della democrazia americana che ne emerge. Mariani ha spiegato che “Moby – Dick è stato studiato in modo sistematico per molto tempo, esistono per esempio molte teorie sulle ragioni del nome della balena. La mia ipotesi è che quel nome possa derivare dalla radice “mob”, che vuol dire, folla, massa. Nel romanzo c’è un riferimento dell’essere mobbed, assaliti, circondati da una condizione che ci porta a fare delle cose. Poi la mia ipotesi è indotta anche dal finale, dove l’impressione è che il capitano Achab debba espiare una colpa, sul modello della folla inferocita che si lancia sul capro espiatorio. In Moby – Dick le allegorie non sono fisse, i significati delle immagini sono accennati”.
L’autore del saggio ha ricordato che Moby – Dick “ruota intorno a tre grandi figure: il capitano Achab, il narratore Ishmael e la balena, che nella critica scompare nel tempo pian piano sullo sfondo diventando solo un punto di riferimento. Solo negli ultimi anni è tornata a occupare il centro della scena visto che abbiamo una sensibilità accresciuta dei problemi ecologici e la balena simboleggia la forza incontrollabile della natura”. Mariani ha detto che “il testo può risultare molto maschile, non ci sono donne ed è giocato intorno a una serie di prerogative del maschio americano, ma nonostante questo molte mie studentesse si sono molto appassionate al libro. C’è molto da discutere su questo perché il testo mescola le carte e suggerisce un altro modo per relazionarsi al mondo femminile, non solo quello lo identifica con le forze positive della natura. Ci furono anche polemiche e critiche per una certa visione anti – religiosa di Moby – Dick”.
Dalla centesima puntata la rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro” si presenta in veste rinnovata, avvalendosi della collaborazione di Fina con l’attore Lino Guanciale, con Giovanna Di Lello e con Massimo Nunzi (compositore e direttore d’orchestra, trombettista e divulgatore).
La registrazione del dialogo è disponibile qui.
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