Nel 111esimo incontro della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro” è stato presentato il libro del dirigente politico Gianni Cuperlo “Rinascimento europeo. Il libro dell’Europa che siamo stati, che siamo e che dobbiamo diventare” (Il Saggiatore). Michele Fina ne ha discusso con l’autore, definendolo in apertura “un libro necessario perché è un compendio sull’Europa come idea e come progetto. In tantissimi punti pur essendo uscito prima dell’invasione russa dell’Ucraina c’è già tutto quello che serve per interpretare il tempo cambiato dalla guerra. E’ un libro denso, a mettere insieme quasi tutte le chiuse dei paragrafi viene fuori un discorso di come l’Europa dovrebbe essere. Prima della pandemia appariva come un problema, ora è il tema del nostro tempo. Questo libro esce dalla ristrettezza intellettuale provando a ricostruire un’idea più profonda. Avremmo in questo senso ad esempio bisogno di grandi movimenti politici europei e di un’opinione pubblica europea”.

Cuperlo ha detto: “Abbiamo bisogno di riflettere molto a fondo su quello che sta accadendo ed è accaduto negli ultimi decenni. Lucio Caracciolo ha scritto di recente che dopo il 1991 abbiamo scambiato la fine della pace con la fine dalla guerra. Archiviare la storia è sempre un esercizio sbagliato, non si azzerano identità e appartenenze di popolazioni che hanno alle spalle percorsi lunghi. Il libro nasce all’indomani della sconfitta della sinistra del marzo 2018, attraverso numerosi riferimenti e letture. E’ nei momenti in cui la crisi si fa più acuta che l’Europa è in grado di mettere in campo elaborazioni di politica e di pensiero, vale anche per la cronaca più recente, compresa la pandemia”.

L’autore si è chiesto: “Dove collocare i confini dell’Europa? A Ovest è più semplice immaginare un confine naturale, ma a Est? Esiste un’Europa politica, un’Europa geografica e una culturale, letteraria, artistica. Come disse un grande studioso dell’Europa, questa esiste fin dove terminano i valori della sua civiltà, è una risposta suggestiva ma evidentemente non esaustiva. Viviamo un tempo politico in cui ci si trova alle prese con una realtà dove quei valori corrono il rischio di restringersi anche all’interno dei confini dell’Europa politica. Una delle ragioni forti dell’Europa, da riscoprire, sta nella commistione di elementi nordici e mediterranei”.

Tra le considerazioni di Cuperlo quella secondo cui “la pandemia ha consentito il recupero della dimensione della competenza e del sapere. C’è uno spartiacque della storia anche da questo punto di vista, da valorizzare, anche per quanto riguarda ad esempio la rappresentanza parlamentare dove alcuni campi disciplinari sono poco presenti”.

Dalla centesima puntata la rubrica si presenta in veste rinnovata, avvalendosi della collaborazione di Michele Fina con l’attore Lino Guanciale, con Giovanna Di Lello (direttrice del John Fante Festival “il dio di mio padre”) e con Massimo Nunzi (compositore e direttore d’orchestra, trombettista e divulgatore).

La registrazione del dialogo è disponibile qui