Ho naturalmente partecipato, da componente, alla Direzione nazionale del Partito Democratico, trovando molto incisiva la relazione del segretario Enrico Letta. È evidente quanto la strada sia stretta, ma va anche sottolineato che, sebbene ci fossimo giustamente battuti per la prosecuzione della legislatura e del governo Draghi, questa tornata elettorale è per il Pd anche un’opportunità. Letta lo ha compreso, e condivido in pieno la scelta di affrontarla in piena e dichiarata contrapposizione alla destra, soprattutto a quella di Giorgia Meloni. Perché è evidente più che mai ora, subito il duplice choc della pandemia e della guerra in Ucraina, che le antiche divisioni ideologiche riflettono campi in cui stare, alleanze internazionali e visioni di futuro. Mentre a destra Meloni e Salvini sono impegnati in operazioni di marketing e frettolose ripuliture, il Pd può essere e sia quello è sempre stato, senza ambiguità dovute alle strizzate d’occhio quando non alleanze con i Putin e gli Orban, a poco chiare, o fin troppo chiare, commistioni con la galassia neofascista.
Bene fa il segretario Letta quando dice che il Pd deve essere quello dell’Europa del Next Generation Eu, che con il carico di speranza che ha rappresentato e rappresenta ha tolto argomenti ai seminatori di dubbi e d’odio. L’Europa in cui inscrivere parole d’ordine che sono sempre state nostre ma che oggi è utile ripetere e scandire, perché rappresentano il patrimonio di una sinistra che riesce a tenere salde le proprie radici e proiettarle in un progetto di società. E di crescita, appunto democratico e progressista, che non sia la triste lite sulla spartizione dei seggi più o meno sicuri che sta inscenando la destra.
Dunque ambiente e sviluppo sostenibile: essere il partito della transizione ecologica, della promozione delle fonti rinnovabili, che stia al fianco delle imprese nei processi di riconversione. Strettamente connessi con questi sono i temi del lavoro: sia come prima e più di prima il nostro il partito della giustizia sociale e del lavoro in tutte le sue forme e a tutti i livelli, dalla ricerca e dalla creazione fino alla difesa, anche di chi lo perde, anche nei processi di transizione. Infine i diritti: contro l’oscurantismo essere il partito che si batte e promuove una società libera dalle discriminazioni, in coerente continuità con le battaglie portate avanti in questi anni. Una società che difende e valorizza le diversità e non ne fa motivo di scontro, al contrario di chi si serve e agita gli istinti peggiori nella meschina speranza di trarne benefici elettorali.
Come ha detto il segretario Letta nella sua relazione: “Le scelte che noi dobbiamo fare qui sono scelte legate all’Italia del 2027, cioè sono le scelte legate a che idea di Italia del 2027 uscirà dalla legislatura che comincia dal voto del 25 settembre e che sarà determinata soprattutto dalle scelte che faremo noi stessi. Perché il nostro ruolo nel Paese, nella politica italiana, fa di noi sicuramente i protagonisti, insieme ad altri evidentemente, ma protagonisti principali di questa vicenda politica. Dunque, abbiamo una grande responsabilità”.
Michele Fina
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