Ospiti della novantesima puntata della rubrica di Michele Fina “Dialoghi, la domenica con un libro” sono stati gli scrittori Fabio Bacà e Donatella Di Pietrantonio. E’ stato presentato l’ultimo romanzo di Bacà, “Nova”, pubblicato da Adelphi.
Bacà ha spiegato che “è un libro che parla di violenza, è fiction ma il fatto che lo ispira accadde davvero a Milano nel 2013, quando un ragazzo uccise a picconate tre innocenti e ne ferì altri cinque. Il fatto mi colpì tantissimo e in particolare la circostanza che i primi a essere colpiti non avevano allertato le autorità. Quello che ho voluto raccontare è la storia di un individuo normale che capisce per una serie di vicende che gli capitano che le modalità di risoluzione dei problemi, basate sulla mitezza, che ha applicato fino a quel momento non funzionano. Si fa domande e arriva alla conclusione che è un vigliacco. Restano i dubbi: che fare quando ci sono situazioni che contemplano la violenza come soluzione efficace? Queste occasioni sono così rare che capita che letteralmente non si sappia come comportarsi: questa è l’origine di quello che accade al mio protagonista, che pagherà un prezzo molto alto. Mi chiedo, senza volere in nessun modo propugnare la violenza, se non sia meglio conoscere i nostri istinti peggiori per saperli gestire al meglio, che significa innanzitutto saperli tenere a bada e in casi estremi, speriamo mai, saperli usare”.
Donatella Di Pietrantonio ha presentato Bacà dicendo che “è uno dei pochissimi italiani viventi le cui opere sono inserite nel catalogo Adelphi, una casa editrice molto prestigiosa. Vi invito a seguirlo Fabio nei suoi primi due romanzi, ma anche per i prossimi, perché è uno scrittore da non perdersi, così come il romanzo Nova. E’ un po’ difficile parlarne perché pur non trattandosi di un giallo bisogna stare attenti a non svelarne gli snodi. Il libro è suddiviso in tre parti precedute da un prologo molto suggestivo, una voce che parla che alla fine si rivolge a qualcuno chiamandolo dottore. Anticipa i temi principali del libro. Fabio Bacà va a scavare in quella fenditura stretta che sta tra natura e cultura. Andiamo a vedere come il protagonista entra in crisi sul tema della violenza. Come la maggior parte di noi è arrivato ad addomesticare la parte ferina che si suppone appartenga a ognuno di noi ma a un certo punto questa relazione con il Potere inteso come violenza entra in crisi. Per gli uomini spesso c’è un’educazione che da un lato spinge essere virili, dall’altro inibisce la violenza. Il protagonista è il risultato sofferente di spinte contrastanti”.
La registrazione del dialogo è disponibile qui.
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