Fina ha detto di avere letto “tutti i libri del professor Allievi, sono quelli che meglio spiegano, in modo approfondito, i temi legati alle migrazioni, rompendo i meccanismi comunicativi che innescano i luoghi comuni. Vanno sfatati partendo dai dati. Questo nuovo testo misura nei tempi nuovi le tesi esposte e dimostrate nei precedenti lavori. Il titolo richiama la costrizione all’immobilità a causa del lockdown, la pandemia che allo stesso tempo ci ha fatto vedere un pezzo di futuro. Dice l’autore che torneremo a percorrere le strade del mondo perché la mobilità fa parte della natura della specie umana. Il libro è sul movimento, sul muoversi”.
L’autore ha spiegato che “c’è un elemento di sintesi di quello che ho imparato (sono 35 anni che mi occupo di migrazioni) alla luce dell’esperienza del Covid, che ci ha insegnato alcune cose. Abbiamo smesso di muoverci perché doveva circolare il virus, a suo modo. Abbiamo imparato che c’è tanto movimento e mobilità inutile, e che c’era allo stesso tempo molta voglia di ricominciare a muoversi. C’è lo sforzo di inserire le migrazioni in un generale concetto di mobilità. Siamo stati nomadi per gran parte della storia dell’umanità, poi la città è tornata a essere la spinta per tornare a muoversi. Non penso che il virtuale sostituirà e sostituisca il reale, che la stanza di casa sostituirà e sostituisca il mondo. Le tecnicalità consentono di vivere meglio la migrazione”. Riguardo al tema dell’immigrazione, Allievi ritiene che “occuparsi di migrazioni dovrebbe essere strutturale, non un’emergenza. Gli sbarchi sono un prodotto delle nostre leggi, l’immigrazione è pensata come emergenza”. E’ un approccio che per l’autore nasce anche delle percezioni sbagliate sia delle dimensioni del fenomeno migratorio, che delle provenienza degli immigrati e dell’equilibrio che danno al mercato del lavoro.
Per Curcio “l’argomento sta alle basi della nascita delle nostre culture. Il mondo ha avuto una sorta di stop, e ne uscirà modificato. Lo vedremo più avanti, ma già ora ce ne rendiamo conto. Il Covid si è inserito nel percorso nel nostro Paese: è stato uno tsunami che ha travolto ciò che c’è di buono e ciò che c’è di critico. Il nostro Paese ha un problema di approccio, abbiamo quello dell’ultimo momento, siamo il Paese dell’eccellenza immediata, dell’intuito, dell’istinto. Questo ci penalizza di fronte a processi che hanno bisogno di programmazione e analisi, come l’emigrazione e l’immigrazione. Dovremmo trovare tutti spunti di riflessione per portare il Paese a essere più sensibile ai temi di pianificazione in luogo dell’emergenza del giorno. La nostra società è complessa: dobbiamo trovare la forza e il coraggio di metterci insieme nelle attività. Penso anche ad altre questioni, come l’attuazione del PNRR. E’ un po’ il modo di lavorare della Protezione civile, che opera nel senso del mettere assieme”. E’ stata citata l’esperienza dell’accoglienza dei profughi afgani, che ha visto il fulcro nell’hub realizzato all’interporto di Avezzano. Per Curcio si è trattato di un’immigrazione atipica, “è stato lo Stato che ha gestito gli ingressi in un tempo molto ristretto, in pochi giorni sono state accolte oltre 4000 persone. Ad Avezzano con l’hub temporaneo è stato messo in piedi un microsistema di Protezione civile”.
In chiusura, salutati gli ospiti, Fina ha commentato la condanna a Mimmo Lucano: “E’ una sentenza abnorme e, anche se va rispettata, gli argomenti che sono stati utilizzati lasciano dubbi e amarezza. Parliamo di un uomo che si è occupato di rispondere ai fenomeni dello spopolamento delle aree interne e dell’integrazione. Non spegneremo i riflettori su questa vicenda, continueremo a cercare di capire, difendere coloro che difendono quel briciolo di umanità che deve essere in ciascuno di noi”. Chiusura con l’appello al voto, secondo Fina “l’unica vera linfa che tiene assieme una comunità democratica, per gestire questa fase straordinaria c’è bisogno di amministratrici e amministratori che siano persone oneste, capaci, serie, competenti. E’ il tempo di un voto consapevole, vissuto come eccezionale”.
La registrazione del dialogo è disponibile qui.
Scrivi un commento