“Il senso umano delle cose. Ripensare la società oltre la pandemia” (L’Asino d’Oro) è il libro di cui si parlato nel settantesimo incontro della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro”, curata da Michele Fina. Il libro è stato curato da Francesca Zappacosta, collaboratrice di ricerca Ispra, ospite nel dialogo assieme al presidente dell’Ispra Stefano Laporta, proprio nel giorno in cui l’emergenza incendi a Pescara e in altre località abruzzesi, dopo avere coinvolto altre parti d’Italia, ha ricordato l’importanza della questione e della prevenzione ambientale e dell’adattamento climatico.
Il confronto si è aperto con un omaggio e un ricordo del giornalista Pietro Greco, recentemente scomparso, che è stato membro del Consiglio scientifico dell’Ispra, e che ha dato un importante contributo per la realizzazione del progetto editoriale. Laporta ha sottolineato che Greco “ci ha aiutato a crescere nella pratica della divulgazione scientifica come mezzo per sensibilizzare e informare tutti i cittadini”.
Presentando il libro curato da Zappacosta, Fina ha ricordato che “coinvolge diversi autori, è un bel dialogo tra diverse competenze e diversi saperi. Siamo in una fase in cui bisogna affrontare le crisi sanitaria ed economica, ma al dunque nel testo ci si chiede come andare più a fondo, ripensare l’uomo e l’antropologia, chiamando in causa anche il rapporto con la natura”.
Per Laporta è “un lavoro interessante che consente un punto di vista diverso. Provoca degli interrogativi rispetto alla relazione con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda. Questo non tanto per darci una giustificazione per ciò che è avvenuto, ma per mettere in luce la responsabilità di ciascuno di noi, singola e collettiva. E’ molto importante ribadire la centralità della tutela dell’ambiente in un momento in cui siamo concentrati sulla necessità di ripartire”.
Zappacosta ha ricordato come Pietro Greco fosse parte del gruppo originario di autori che è via via cresciuto, e che “il libro nasce nella primavera del 2020, in piena emergenza sanitaria. E’ una reazione alla situazione che stavamo vivendo, alla improvvisa constatazione della fragilità di un sistema che ci siamo accorti che non funzionava. Ognuno ha contribuito nei propri ambiti ma attraverso un metodo di lavoro collettivo e corale. Ci unisce la ricerca di una nuova concezione antropologica. Pietro Greco sottolineava in questo senso l’importanza della conoscenza scientifica appropriata che va comunicata, e questa posizione riecheggia nei dieci saggi del libro, che sono tutti propositivi, attraversati dal filo rosso dell’uguaglianza. Gli argomenti sono diversi: l’ambiente, i vaccini, la scuola, l’urbanistica, l’emigrazione, la Brexit, per citarne alcuni. Il saggio finale è stato scritto da due psichiatri che fanno emergere il senso umano attraverso una dimensione profonda, analizzando i rapporti umani e collettivi, riprendendo gli altri saggi e parlando di una psichiatria politica”. Zappacosta oltre a curare il libro ha contribuito con un saggio sul tema dei migranti, che ritiene “una chiave di svolta per l’Europa se ce la facesse a far capire a tutti i Paesi membri l’importanza di adottare delle politiche di integrazione a lungo termine. Su questa questione è come se ci fosse uno scivolone di quasi tutti, ed è pericoloso: le migrazioni non si possono fermare tanto più che si collegano sempre di più alle questioni ambientali. Il problema va affrontato. Dietro questo rifiuto c’è un discorso di tipo culturale, il cambiamento passa dal concetto di uguaglianza”.
In chiusura Fina ha ricordato che il prossimo 15 agosto sarà presentato nella rubrica un libro curato da Roberto Besana, costruito a partire di un’idea di Pietro Greco, un omaggio alla sua memoria. In una delle prossime puntate, ha detto Fina richiamando la recente scomparsa di Roberto Calasso, si parlerà del suo libro “Bobi”, su Bobi Bazlen coprotagonista assieme a lui della casa editrice Adelphi.
La registrazione del dialogo è disponibile qui.
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