Proprio Cerroni ha aperto il dialogo con alcune considerazioni sulla vicenda afgana: “Il libro che presentiamo parla di passione politica e di impegno delle giovani generazioni. Ebbene, il 63 per cento della popolazione afgana è nato dopo il 1996, ci sono quindi tanti giovani che non hanno mai conosciuto l’oppressione del regime talebano. Tutto questo è messo a rischio: se gli afgani cercano di scappare a tutti a costi, c’è un motivo. Possiamo fidarci di loro, conoscono quella classe dirigente e quell’oppressione meglio di noi. L’impegno deve essere assoluto, a cominciare dal ponte aereo, poi l’implementazione dei corridoi umanitari innanzitutto per le persone che sono a rischio per avere collaborato per la costruzione di un Paese diverso a garanzia dei diritti, e infine la protezione di chi rimane in Afghanistan. E’ importante la campagna del Pd a cui aderiamo come Giovani Democratici per mostrare solidarietà al popolo afgano. Allo stesso tempo sono importanti, per valutare le prossime azioni, le considerazioni geopolitiche: è stato sbagliato dare seguito agli accordi di Doha siglati da Trump senza coinvolgere il governo afgano; e non è scontato che il ritiro americano sia favorevole per Cina e Russia”.
Sul libro di Crisanti Fina ha detto: “La parola che apre il titolo, battiti, ha un doppio significato: è un invito a battersi e anche una lettura di ciò che accade tra i ragazzi in questa sfida al cambiamento. L’essere umani non è più scontato, il cinismo e la lontananza vengono percepiti in modo diverso, emerge anche tutto ciò che c’è di disumano nelle persone”.
L’autore ha detto che la parola chiave del suo lavoro è “insieme, ovvero l’armonia tra persone che genera cambiamento”. Dal punto di vista della propensione dei giovani all’impegno civico per Crisanti “qualcosa si sta risvegliando, ci sono delle urgenze che riguardano in generale i diritti su cui i ragazzi vogliono impegnarsi. Perché avviene nelle associazioni e non nei partiti? Dal mio punto di vista è una conseguenza dell’antipolitica che si è generata negli anni. I partiti non sono più attraenti forse perché non riescono a mettere a fuoco gli obiettivi, che vanno rimessi al centro, soprattutto in un periodo in cui c’è fermento perché la pandemia non ha potuto che stimolare attenzione verso la dimensione pubblica. La politica deve fare da modello, ad esempio dando più spazio alle donne, quel battiti è rivolto anche alle donne, serve una spinta da parte loro e da parte degli uomini un passo di lato, un sentimento di condivisione”.
Cerroni ritiene che “questo libro fotografa quello che è l’impegno politico e molti ragazzi appassionati anche all’associazionismo possono ritrovarvisi. La partecipazione dei giovani alle organizzazioni partitiche si è progressivamente ridotta in modo netto negli anni, a fronte di un incremento di partecipazione all’attività di volontariato. Questo fenomeno denota una volontà di impegno delle giovani generazioni, emerso anche nelle manifestazioni per il clima. Esiste una cultura che spinge i ragazzi a vedere le diversità e il rispetto e a farne un valore, e allo stesso tempo un atteggiamento diverso rispetto alle migrazioni, che va smontato”. La coordinatrice dei Giovani Democratici ha indicato alcune priorità: “Creare partiti veramente europei, quindi superare la somma degli interessi nazionali anche nella lotta politica, e affrontare la questione femminile: non è tanto la rappresentanza, ma le battaglie di parità di genere”.
La registrazione del dialogo è disponibile qui.
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