“E’ da tempo che denunciamo l’esistenza e la gravità di una vera e propria ‘questione Marsica’, determinata più che dalla cronica, dalla scientifica disattenzione della filiera di Fratelli d’Italia, dal governo nazionale a quello regionale, nei riguardi di questa centralissima, a cominciare dal punto di vista economico, area abruzzese. Ma credo che le notizie di queste ore vadano persino al di là del comune senso del pudore”: lo dichiara Michele Fina, senatore del Partito Democratico.Fina sottolinea che “scegliere di non dare nemmeno un euro, nell’ambito di una procedura istruita dalla Regione che approda a Palazzo Chigi, per ristorare anche solo in minima parte i gravi danni subiti da un territorio come quello del Fucino che, riferendosi solo all’agricoltura, è strategico per l’economia non solo dell’Abruzzo ma di tutto il Paese, è più che sintomo, è prova e conferma di un accanimento. Si somma al blocco totale dell’iter per la realizzazione dell’impianto irriguo – un pasticcio di portata epocale, visto che si è riusciti, o si è voluto, annullare i finanziamenti ottenuti dalla precedente Giunta regionale – al collasso del tribunale di Avezzano, appeso a una mini – proroga e all’assoluta inconsistenza degli atti legislativi approvati per fare fronte all’emergenza personale, alla situazione critica in cui versa la sanità, tra le denunce di disservizi che sono state la costante della gestione di questi anni e il grave declassamento subito dall’ospedale di Tagliacozzo. Per non parlare del taglio ai fondi per la ferrovia Pescara Roma, più volte oggetto di stucchevoli promesse prontamente smentite. La questione marsicana è da tempo all’attenzione del nostro partito, che nei mesi scorsi ha costituito un coordinamento territoriale di sindaci. Un utile contributo per lavorare per invertire la tendenza: che passa in questa fase, è evidente, dall’assoluto dissenso e dalla battaglia contro le scelte di questa amministrazione regionale e di questo governo, un impegno di convinta opposizione a cui partecipo in sede parlamentare”.
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