Il 121esimo incontro della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro” è stata condotto da Marielisa Serone D’Alò (filosofa ed ideatrice di contenuti audiovisivi) che ha presentato e commentato un articolo di Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle Democratiche, estratto da “Dai nostri corpi sotto attacco. Aborto e politica” (Futura, collana “Sessismoerazzismo), a cura di Ilaria Boiano e Caterina Botti.

Serone D’Alò ha spiegato che “la libertà di scelta e l’autodeterminazione delle donne sono state messe fortemente in discussione negli ultimi anni e in modo particolarmente serio il 24 giugno scorso quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato la Roe vs Wade”. Ha individuato poi tre spunti che danno ancora più centralità a questo tema nella fase storica che stiamo attraversando: la crisi politica in Italia e il confronto elettorale che lo porta ancora di più alla ribalta; il conseguente il timore all’assalto della diligenza dei diritti; la significativa circostanza che nella piattaforma congressuale della Fillea Cgil compaia un ordine del giorno che riguarda la sentenza della Corte Suprema.

L’articolo di D’Elia “mette in evidenza l’importanza dell’autodeterminazione, avere un corpo sul quale si decide. Non vogliamo sottolineare con la legge 194 il diritto all’aborto quanto piuttosto la libertà di scegliere, e quindi svolgere quell’azione in piena sicurezza. Sono cambiati i tempi ma non l’aggressività nei confronti di questa libertà che riguarda una specificità delle donne. Attaccarla significa mettere in dubbio la loro capacità, ed è la spia di una società patriarcale. Questo libro venne scritto quando era ministro Fontana, quando fu organizzato il congresso della famiglia a Verona, l’esempio della posizione delle destre. Non bisogna tuttavia collocare questi timori nel passato ma portarli all’attenzione anche oggi. Nell’articolo si evidenzia come si arrivi anche a imputare alla 194 la denatalità. In realtà questa legge viene boicottata almeno nel 70 per cento dei casi dagli obiettori, rendendola di fatto in molti casi inapplicabile, a testimonianza che le prime a pagare dazio per questa situazione sono le donne. Paradossalmente la legge è ben vista dalla popolazione, e siamo il Paese in Europa con il più basso tasso di abortività volontaria: conferma che la legge non ha affatto innescato una sorta di liberalizzazione di questa pratica”.

Dalla centesima puntata la rubrica si presenta in veste rinnovata, avvalendosi della collaborazione di Michele Fina con l’attore Lino Guanciale, con Giovanna Di Lello (direttrice del John Fante Festival “Il dio di mio padre”) e con Massimo Nunzi (compositore e direttore d’orchestra, trombettista e divulgatore).

La registrazione del dialogo è disponibile qui.