E’ stato presentato assieme all’autore “Il massimo della passione” (Absolutely Free) di Domenico Paris (giornalista e scrittore) nell’87esimo incontro della rubrica di Michele Fina “Dialoghi, la domenica con un libro”.

Per Fina si tratta di “un romanzo della boxe, dieci storie narrate con stile accattivante. E’ il secondo libro, il precedente è dedicato ai pesi medi, questo ai massimi. Una delle caratteristiche delle vite dei campioni che hanno raggiunto le vette delle boxe è la loro capacità di dare ispirazione. Non si tratta di narrativa tecnica, gli eventi che vengono descritti girano intorno alla boxe ma i destinatari sono tutti, non solo gli addetti ai lavori. Raccontano diversi temi, come l’emigrazione, la formazione, e all’interno di ogni racconto c’è uno spaccato di vita in cui il pugilato è un elemento eroico”.

Paris ha spiegato che il libro “è nato come una sorta di spin – off del precedente ‘I medi sono il massimo’. Ora è in corso un terzo progetto. Tra i due libri non c’è esattamente una filiazione diretta ma piuttosto, direi, un’ispirazione reciproca. Prendo spunto dalla vita dei pugili per costruire dei racconti di narrativa pura. Ho scelto dieci storie ma avrei potuto prenderne molte di più, nella storia della boxe ce ne sono tante, perché molte biografie di questi pugili sono talmente emozionali da essere più grandi della vita, come dicono gli americani: il pugilato è primordiale, affonda in radici solidissime dal punto di vista del fascino e nella vita di queste persone c’è qualsiasi ingrediente adatto a un plot narrativo. Molti amici che praticano questo sport si sono complimentati perché hanno ritrovato scintille emozionali provate sul ring”.

Paris ha citato e fornito elementi di alcune delle storie, e delle figure di campioni attorno a cui ruotano: “Tre di esse hanno come protagoniste donne, come quella che parla della rivalità del ring tra le figlie di Muhammad Ali e Joe Frazier. La boxe femminile è in crescita da anni, anche se in Italia fa più fatica ad affermarsi ma comunque si sta sviluppando. E’ uguale alla boxe maschile per quanto riguarda gesti tecnici e la necessità di sacrifici. A livello emozionale e per contenuti tecnici tra le grandi sfide della storia della boxe consiglio di riguardare quelle tra Ali e Frazier e George Foreman e Ron Lyle, mentre per quanto riguarda le storie del libro sono particolarmente legato a quella dedicata a Rocky Marciano, il campione di origini abruzzesi che ho raccontato dal punto di vista della madre, una figura meravigliosa che mi ha dato modo di scrivere una storia di emigrazione italiana negli Stati Uniti e mi ha permesso di variare il linguaggio  all’interno del libro descrivendo una donna del popolo. O ancora per altri aspetti sottolineo la storia di Jack Johnson, l’atleta che più di tutti ha avuti importanza per superare le barriere del razzismo: fino a lui il titolo mondiale era diviso in due categorie, neri e bianchi; mentre nel racconto su Mike Tyson sono partito dalla sua infanzia e dalla sua adolescenza e dal rapporto con l’allenatore Cus D’Amato, che per lui fu più di un padre. Mi interessava dare una prospettiva diversa alla sua vita”.

La registrazione del dialogo è disponibile qui.