Fina l’ha definito “un modo di raccontare in positivo quelle che possono essere la transizione e la trasformazione ecologiche. La pandemia ci ha fatto capire che tutto è interconnesso, il libro prende molto da questa consapevolezza. I capitoli sono tanti e hanno il pregio di cogliere ognuno le connessioni tra la nostra vita e i temi che di solito ci vengono raccontati in modo numerologico e catastrofista. Oggi il cambio d’epoca è evidente, le nuove generazioni entrano da subito nell’era delle connessioni a cominciare da quella tra lavoro e ambiente, in precedenza considerati in modo slegato. Eppure le ragazze e i ragazzi spesso non sono ascoltati, o addirittura criminalizzati. Contro il potere ci sono infatti due tipi di proteste: quello antiscientifico e al contrario uno molto scientifico di chi mette in questione la sua irrazionalità”.
Corrado ha raccontato che “assieme a Rossella Muroni abbiamo iniziato a parlare di scrivere un libro assieme già 14 anni fa. Pensavamo già allora di raccontare le eccellenze della nostra economia di transizione che non godevano della giusta attenzione, con l’obiettivo di riportare i temi dell’ambientalismo scientifico, pragmatico, trasformativo nel panorama mediatico e politico. In realtà tutte le cose considerate urgenti derivano dall’errore di non avere pensato a monte alle ragioni dell’ecologia. Poi nel libro abbiamo tessuto dei racconti che sottolineassero che le possibilità ci sono. L’ambientalismo in Italia ha avuto un modo sbagliato di essere raccontato, molto legato a sventure e sciagure che pur essendo ovviamente reali hanno finito per rendere il tema respingente. L’idea di raccontare possibilità e opportunità nascoste in questa trasformazione potrebbe essere un buon sistema per evidenziare che si tratta di modi per vivere meglio, visto che il tipo di felicità che abbiamo conosciuto e inseguito finora è stata limitata, nel senso che non è arrivata a tanti”.
L’autrice ha detto: “La scelta di affidare ad Ilaria Capua la prefazione è nata dal suo ‘Salute circolare’, una lettura edificante, tutta incentrata sull’obiettivo principe di rendere salubri i nostri ambienti. Arrivare all’ultimo miglio dell’ospedale significa non avere strutturato bene il resto. Il suo contributo ha permesso di allargare la visione del nostro lavoro”.
Nel corso del dialogo alcuni riferimenti all’attualità. Riguardo ai movimenti di protesta sul clima come Ultima Generazione per Corrado “non si può negare che abbiamo ragione dal punto di vista del merito, finché non riusciamo a fare quello che chiedono siamo poco credibili quanto contestiamo il metodo. Criminalizzarli è sbagliato, bisognerebbe ascoltarli, non zittirli. Non siamo abituati al fatto che qualcuno si occupi degli interessi della collettività. Poi c’è la questione comunicativa: è complicatissimo visto come è strutturato il nostro sistema mediatico spiegare questioni che non siano intuitive, ma il metodo scientifico si basa sull’approccio opposto, è rigoroso. A questo si affianca il nodo degli interessi che non cedono e che ovviamente non vogliono essere scalfiti. Siamo in un momento molto critico, le fiamme che vediamo sono alte, ma questo non ci deve scoraggiare dal dare il nostro contributo. Importante il tema della partecipazione delle donne, la presenza femminile nel campo della transizione ecologica è notevole. Come dice Ilaria Capua deriva dalla necessità in questo ambito di avere uno sguardo trasversale, la capacità di tenere conto dei bisogni di tutte e tutti: è un’attitudine sviluppata dalle donne”.
La registrazione del dialogo è disponibile qui.
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