Il disastro ambientale che ha colpito la Romagna e poi anche Marche e Toscana, coinvolge drammaticamente anche noi: pur senza la tragicità di vittime e disastri infrastrutturali delle altre regioni, il Fucino è vittima delle conseguenze delle piogge torrenziali che si sono abbattute nei giorni scorsi. Il maltempo che non accenna a migliorare ha allagato i campi con conseguenze devastanti: e il paradosso è che quando le temperature si alzano ed esce il sole, il fango che ha invaso le colture tende a consolidarsi: diventa così impossibile liberare i terreni da uno strato solido che “sigilla” la terra impedendo lo scambio dell’ossigeno. Il rischio è non solo perdere tutto il raccolto di quest’anno ma rendere sterile il terreno per anni e anni a venire. Una catastrofe naturale, economica e sociale senza precedenti in quello che è stato definito l’Orto d’Italia per la quantità e la qualità delle produzioni agricole. L’unica soluzione urgente e immediata è la richiesta dello Stato di Calamità da parte della Regione Abruzzo. Infatti ai danni produttivi si aggiunge l’emergenza occupazionale per imprese e lavoratori. Sappiamo che la manodopera agricola del Fucino è composta quasi tutta da lavoratori magrebini: si tratta di circa 5.000 persone che dall’inizio della stagione hanno prestato la loro opera per qualche ora al giorno, con interruzioni prolungate dal lavoro anche per vari giorni della settimana. Adesso che si trovano privi di opportunità, molti di loro – senza salario per sé e per le loro famiglie – sono costretti a cercare lavoro altrove, in altre regioni o paesi come la Francia dove la loro stessa comunità è presente. Col rischio che quando dovesse essere nuovamente necessario non ci sarebbe qui da noi e tempestivamente la manodopera sufficiente a riprendere le lavorazioni e la raccolta dei prodotti. Parliamo di lavoratori che già nei mesi scorsi avevano vissuto un pesante disagio economico e sociale per i ritardi, poi risolti, nell’erogazione dell’indennità di disoccupazione 2021 e che, anche oggi, in molti rivivono attendendo l’erogazione del rimborso del 730 per l’annualità 2021. Centinaia di lavoratori hanno visto ridursi drasticamente le giornate lavorative nei campi e di conseguenza il salario. Condizione che già oggi comporta danni previdenziali, rischiando di ridurre gli importi sulla indennità di disoccupazione che lavoratrici e lavoratori richiederanno per l’anno in corso. Questa vera e propria emergenza occupazionale e salariale può essere affrontata con il sostegno al reddito e alla previdenza attraverso la disoccupazione agricola che lo Stato di Calamità può assicurare. L’impegno del sindacato FLAI-CGIL, delle organizzazioni di categoria, delle imprese, dei Sindaci di tutti i Comuni del Fucino deve trovare una sponda immediata nella Regione Abruzzo per ogni utile iniziativa che sostenga i salari e garantisca i livelli occupazionali, interessando anche il Governo centrale.
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